È l’esperienza artistica come inesprimibile esperienza empatica che ha contribuito a marcare da sempre il limite all’esperienza scientifica, pur utilizzandone appieno le innovazioni e gli strumenti?

Possiamo comprendere come il genere umano, in ipotesi, si sia evoluto sviluppando insieme la sua dimensione tecnologica e la sua dimensione musicale.[1]

Ma la comprensione diretta dell’altro rimane al centro dell’esperienza musicale. E nel continuo dialogo tra creatività artistica e scienza, l’intesa empatica nel gesto e nel suono dell’esperienza  musicale interpersonale deve poter trovare una corretta collocazione come oggetto di studio capace di convogliare i risultati della ricerca anche su come la musica è percepita, rappresentata e prodotta, e interessando quindi angolazioni diverse della musicologia, della psicologia musicale, della pedagogia musicale e delle neuroscienze.

La musica poi vive della sua valorizzazione e divulgazione: dimensioni che condivide con tutte le altre espressioni culturali e che sappiamo essere inscindibili l’una dall’altra nel promuovere la crescita della società in senso democratico e interculturale.

Questa è la prospettiva che si intende sostenere all’interno delle attività formative del master di primo livello Addetto al Settore Educational presso Enti Musicali, attivo presso il Conservatorio di Musica Statale “Arrigo Boito” di Parma, e primo e unico in Italia.

Il master è nato grazie ad una intesa con quattro enti musicali di grande prestigio: il Teatro Regio di Parma, la Fondazione Toscanini di Parma, il Teatro Comunale Pavarotti di Modena, la Fondazione LaVerdi di Milano, che hanno visto il master come occasione – in sinergia con l’alta formazione musicale, attraverso la formazione di ‘esperti nel settore educational’ – per contribuire alla formazione del pubblico, alla valorizzazione e alla trasmissione della cultura musicale di cui sono i primi artefici nel mondo del lavoro.[2]

Ad oggi l’esperienza del master – di cui la scrivente è coordinatrice – sta collocando la sua azione su queste diverse azioni: da una parte si riferisce ai grandi temi della valorizzazione culturale e della divulgazione del patrimonio culturale, dall’altra alla comprensione di nuove vie interpretative dell’artisticità e del ruolo del musicista nella società. Di seguito ripercorriamo queste direttrici.

Per sensibilizzare all’importanza sociale ed economica del patrimonio culturale, ponendolo al centro del modello di vita europeo, di cui definisce le identità e il senso stesso di appartenenza, è necessario incoraggiare le persone, in particolare i giovani, a interrogarsi sul ruolo che il patrimonio culturale riveste nelle nostre vite consentendoci di comprendere il passato quanto di poter guardare fiduciosamente al futuro.[3]

Uno dei pilastri della cultura europea è la musica, come ci ricorda l’European Agenda for Music; e la musica come forma d’arte “ha contribuito e continua a contribuire immensamente all’eredità dell’Europa, costruendo un ricco patrimonio che preserva e celebra la diversità delle identità culturali”.[4] E tra le priorità suggerite per apportare benefici a tutta la società c’è la promozione della cooperazione tra i soggetti che di musica si occupano, nei diversi ambiti e modi, professionali e non-professionali. Ciò che è richiesto è maggiore reciprocità e partenariati attivi che incoraggino l’innovazione.

Anche la nostra legislazione nazionale è intervenuta sul tema della valorizzazione culturale e della divulgazione dettando le norme sulla promozione della cultura umanistica, sulla valorizzazione del patrimonio e delle produzioni culturali e sul sostegno della creatività, richiamando ancora l’impegno alla collaborazione e alla costituzione di reti tra le istituzioni al fine di garantire nelle scuole la conoscenza storico-critica e la pratica delle arti, dall’interno del curricolo, nonché la conoscenza del patrimonio culturale nelle sue diverse dimensioni.[5]

Appare decisivo quindi studiare, sperimentare e validare nuove strategie di promozione e comunicazione del patrimonio per far sì che la sua frequentazione diventi un’abitudine consolidata, per far sì sopratutto che non rimanga un diritto negato a molti.

Il Master Educational, percorso di formazione specialistica nell’alta formazione musicale e quindi titolo accademico spendibile nel mondo del lavoro, è una risposta a tutto questo. Un approccio proattivo alla messa a fuoco di nuovi bisogni di sviluppo sociale.

Il Master Educational, annuale e di I livello, intende infatti formare professionisti in grado di gestire le attività di divulgazione musicale, fornendo gli strumenti per poter agire in maniera consapevole in quest’ambito attraverso un’offerta formativa articolata in tre aree complementari fra di loro: musicologica, didattica e tecnologica.

I professionisti formati dal master dovranno avere una preparazione specialistica nel Settore Educational che li metta in grado di seguire i progetti educativi lungo tutte le loro fasi: l’ideazione e la gestione, la promozione e la presentazione sul territorio e sul web, oltre all’assistenza alla produzione e la valutazione dei risultati.

I maggiori teatri d’opera e le più importanti orchestre europee hanno sviluppato un interesse crescente per la divulgazione musicale dotandosi di veri e propri Dipartimenti educativi; non di meno abbiamo anche sul nostro territorio nazionale esempi significativi dell’attenzione alla formazione del nuovo pubblico e allo sviluppo della cultura musicale. La realizzazione dei tirocini curricolari avviene grazie dunque alla disponibilità delle quattro prestigiose istituzioni musicali che hanno fatto del Settore Educational un punto di forza della loro programmazione mettendo a fuoco sempre nuovi ed efficaci progetti educativi in un’ottica di formazione permanente.

Una articolata rete di collaborazioni si è creata anche sul fronte interno al Conservatorio: l’offerta formativa del Master Educational è stata da subito pensata in modo non autoreferenziale ma aperta, non rivolta ai soli nostri studenti del master ma anche agli altri studenti del Conservatorio e agli esterni, prevedendo una ricaduta culturale interna ed esterna. In particolare si sono proposti diversi incontri specialistici aperti al pubblico, tra cui la conferenza tenuta dal neuroscienziato Giacomo Rizzolatti sulla comprensione empatica e la sua base neurale, il meccanismo specchio, e alcuni aspetti dell’esperienza musicale, mettendo in luce un nuovo oggetto di ricerca rilevante anche nell’ambito educational.

La novità della formazione offerta dal Master Educational guarda alla varietà dei possibili enti interessati a sviluppare il settore della promozione musicale, aprendo la possibilità di sbocchi lavorativi differenziati. Per questo le scelte operate per la realizzazione del project work interno al Conservatorio hanno esplorato altri ambiti ancora, lungo due direttive: l’impegno dei corsisti nella preparazione delle note di sala dei Concerti del Boito, e la partecipazione alle attività del Museo storico “Riccardo Barilla”. Da subito infatti abbiamo pensato anche agli ambiti offerti dai musei, dagli archivi e dalle biblioteche. E la partecipazione del Conservatorio alla 17a Settimana della Didattica in Archivio ne è stata l’occasione. L’idea e la motivazione sono scaturite da un’analisi dei bisogni, rappresentando l’occasione per gli studenti di partecipare attivamente, verificando lo stato delle loro capacità organizzative, decisionali, relazionali, operative e di analisi di un ambiente.

Di più, la collaborazione con il Museo, la sua cooperazione con la rete nazionale delle biblioteche (SBN) e il suo progetto europeo www.14-18.it, incentrata sulla figura straordinaria di Arturo Toscanini, ha offerto l’opportunità di mettere alla prova la necessità dell’impegno attivo degli studenti e dei loro professori in un progetto di insegnamento e apprendimento collaborativo che abbia risultati di impatto sociale, tali da valorizzare l’azione del musicista per la crescita della società.[6] L’esperienza ha portato la riflessione su nuovi modi possibili di insegnamento e apprendimento nelle istituzioni di alta formazione musicale nella preparazione di musicisti creativi, riflessivi, comunicativi e quali lavoratori culturali in grado di affrontare contesti professionali in evoluzione.

 

Foto di Luca Trascinelli

 

[1] Himonides, E. (2018). THE MISUNDERSTANDING OF MUSIC-TECHNOLOGY EDUCATION: A META PERSPECTIVE. Creativities, Technologies, and Media in Music Learning and Teaching: An Oxford Handbook of Music Education, 5, 119.

[2] http://www.conservatorio.pr.it/master-attivati/

[3] http://europa.eu/cultural-heritage/

[4] https://www.emc-imc.org/cultural-policy/european-agenda-for-music/

[5] http://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/2017/05/16/112/so/23/sg/pdf. Si veda anche: http://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/2018/03/01/50/sg/pdf

[6] http://www.iccu.sbn.it/opencms/opencms/it/archivionovita/2013/novita_0019.html

La valorizzazione culturale e la divulgazione, ma anche l’empatia: l’esperienza del Master “Addetto al settore educational presso enti musicali” – di Tiziana Rossi

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