Per parlare di linguaggio occorre avere davanti all’osservatore non un individuo ma una moltitudine che condivide un modo di pensare, di agire di raccontare  di parlare di rapportarsi agli altri.
Questo vale per l’arte e tanto più vale per la scienza.
Grandi contatti sono stati, da sempre, caratterizzanti il linguaggio dell’arte e il linguaggio della scienza.
Arte e scienza sono le mani e le gambe su cui poggiano cultura, lavoro e produzioni utili alle nostre comunità.
Esempi nella storia sono le grandi opere che apparentemente appartengono ad una delle due categorie,  ma che invece sono pervase dall’eleganza e bellezza emozionante propria dell’arte, costruite e realizzate nel  rispetto di regole e formule scientifiche.
Cominciamo dal significato artistico delle Piramidi Egizie che emozionano per la silente immensità che non riesce a nascondere le profonde e precise conoscenze scientifiche necessarie per costruirle. Regole di matematica, di fisica e perché no di astrofisica conosciute e applicate rigorosamente. La Cintura di Orione  entra in congiunzione  astrale con le sale del Faraone in un particolare giorno dell’anno a significare il viaggio soprannaturale del Faraone stesso.
Per realizzare un Manufatto di quelle dimensioni e permettere di  vedere una particolare stella  della cintura di Orione da una sala interna attraverso un cunicolo di  collegamento alla facciata esterna occorre sapere conoscere, avere ereditato e applicato molte scienze.
Ed ancora, in Egitto è rilevante la presenza di Belem, colonne belle ed eleganti ornamenti dei luoghi. Esse invece erano i riferimenti territoriali necessari per individuare e riassegnare i territori ai legittimi utilizzatori quando le acque del Nilo rientravano nel loro alveo.
Il fango era un ottimo fertilizzante ma occorreva rigore e precisione.
In Egitto si formarono le regole geometriche  e le tecniche utilizzate in topografia non escludendo quelle matematiche.
I villaggi Egizi periodicamente sommersi dalle acque del Nilo tornavano nei loro terreni grazie alle regole ed alle eleganti colonne sparse sul territorio che ne erano indiscutibili riferimenti.
Il linguaggio artistico e quello scientifico a servizio di regole politiche a favore di un popolo colto che sapeva di scienza e di arte che usava un linguaggio divenuto cultura.
Saltiamo argomento.
Pensiamo ai nostri Artigiani, in grado di  “ Maestri d’arte” perché in grado di realizzare manufatti di rara Bellezza, utilizzatori di strumenti precisi e rigorosi.
Scienza al sevizio delle mani guidate da un cervello tendente al bello che aveva come obiettivo proprio la bellezza.
Pensate al Michelangelo che lavora il marmo con precisione scientifica per regalare al mondo opere di enorme “vis” artistica. Nella pittura ottiene lo stesso risultato e così nell’architettura. La Sistina, il David, la Cupola (di San Pietro).
Tutti quelli che ho citata o richiamato in questa breve riflessione sono e formano assieme ai loro colleghi, un linguaggio che li concretizza e li fa riconoscere da tutti.

L’impresa come si raccorda con questi linguaggi?
Chi ha chiara la divisione in silos di Arte, Scienza e Lavoro li considera autonomi e spesso in contrasto. Chi li vede in una visione circolare ne comprende la complessità e ne gode il risultato.
Giotto quando voleva realizzare un’ opera, un affresco, analizzava il muro di supporto il sottofondo, l’intonaco, il velo. Se tutto era accettabile ed affidabile preparava le tavole e i colori. Infine disegnava e poi pitturava la sua opera …d’arte.

Le imprese moderne  nel loro operare dovrebbero agire nel rispetto dei due linguaggi.
In  Italia spesso lo fanno anche se inconsapevolmente.
Pensate alla Gucci, a Ferragamo, a Prada, agli Antinori, ai Frescobaldi ai Ricasoli e poi a Fiat, a Ferrari, per citarne solo alcuni.
Tutti fanno della scienza la base sulla quale con la loro creatività  plasmano Bellezza.
Usano tecniche di settore, colori  e modelli e perché no, sapori e profumi di grande qualità.
Consolidano un grande unico Linguaggio.
La qualità diviene quantità se la si misura con le norme della tecnica.
A Pitagora fu chiesto di disegnare la Donna Ideale per Bellezza e grazia.
Lui esaminò le quattro donne ritenute le più belle nel suo tempo, ne misurò tutte le parti del corpo.
Trasse le medie e disegnò la quinta donna la più bella.
Era riuscito a rendere la Qualità misurabile  attraverso la Quantità.
Il linguaggio nell’impresa è sempre duale scientifico e artistico.
Nel vino la qualità  si misura con la chimica, nell’auto con la meccanica e la fisica, nella moda con il tatto e l’olfatto….
Così si è nato e rafforzato il Made in Italy.
Moda

Linguaggio Artistico, Linguaggio Scientifico e Impresa – di Luigi Di Marco

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